Risparmio | 13 novembre 2023, 07:24

Minali, Revo Insurance: «Crescere è facile, ma bisogna farlo in maniera sostenibile»

Alberto Minali, amministratore delegato di Revo Insurance, ha fatto il punto ai nostri microfoni in merito alla sua azienda e all’importanza per una PMI di essere ben coperta da un punto di vista assicurativo.

Minali, Revo Insurance: «Crescere è facile, ma bisogna farlo in maniera sostenibile»

Alberto Minali, amministratore delegato di Revo Insurance, ha fatto il punto ai nostri microfoni in merito alla sua azienda e all’importanza per una PMI di essere ben coperta da un punto di vista assicurativo.

Circa un paio di anni fa ha dato vita a questa nuova realtà che si propone sul mercato con una veste assolutamente innovativa. Qual è la sua storia?

A maggio 2021, assieme ad altri importanti promotori, abbiamo lanciato Revo. Abbiamo raccolto duecentoventi milioni di euro di capitale nel mercato finanziario internazionale e nazionale e poi a novembre 2021 abbiamo comprato Elba Assicurazioni, che è una piattaforma che sostanzialmente quotava polizze assicurative del ramo cauzioni e da lì abbiamo iniziato un processo di sviluppo. Pensiamo infatti che ci sia una grande opportunità nel mondo della piccola e media impresa italiana, che è strutturalmente sottoassicurato, e quindi abbiamo lanciato questa iniziativa per diventare il player di riferimento nel mondo delle PMI italiane e dei professionisti. Il nostro è un obiettivo ambizioso, nel senso che noi vogliamo offrire tutte le coperture che servono alle imprese, a eccezione del business della salute. Tutto il resto noi lo esercitiamo. con una struttura dedicata che valuta i rischi, li quota, parla con i broker. Come dicevo prima, sostanzialmente ci proponiamo di diventare nel mondo assicurativo italiano il punto di riferimento per la piccola e media impresa. Il percorso è molto lungo e sfidante, ma anche molto interessante e carico di tensione operativa e di capacità.

Come vede il mercato a assicurativo?

È un mercato interessato soprattutto dal rialzo dei tassi di interesse, dovuto alla politica monetaria restrittiva che aveva una finalità anti-inflattiva. C’è un grande bisogno assicurativo da soddisfare. Le compagnie di assicurazione forse hanno difettato un po' nel predisporre un'offerta assicurativa dedicata al mondo della piccola e media impresa.

Come fate voi a intuire il bisogno di un'azienda e quindi a studiare un prodotto ad hoc?

Noi lavoriamo sempre con gli intermediari e abbiamo una rete di centosedici agenti assicurativi dedicati al mondo delle cauzioni. Poi abbiamo relazioni con i broker, che coprono circa il 90% del mercato. Questi ultimi fanno un’attività importantissima di advisor nei confronti della piccola e media impresa, segnalandole i deficit assicurativi e individuando i prodotti, e qui entriamo in gioco noi. Siamo piccoli, ma siamo agili: siamo in un mare di pesci grandi e la nostra sopravvivenza è proprio legata al fatto che siamo ancora agili. Non possiamo fare una competizione di prezzo, ma dobbiamo fare una competizione di servizio; per questo stiamo investendo moltissimo in tecnologia, in intelligenza artificiale e in automazione dei processi. Abbiamo dei tempi di risposta della quotazione di due giorni nei confronti dei broker, quando il mercato gira intorno ai quindici giorni. Questa velocità di risposta, abbinata - spero e credo - alla qualità della nostra risposta, dovrebbe consentirci di portare a casa del business interessante, e i numeri lo stanno dimostrando.

Piccoli, magari giovani, ma con dei con dei numeri davvero interessanti. Un comunicato stampa della vostra azienda ha riportato infatti i risultati finanziari consolidati al 30 giugno 2023: i premi del semestre sono pari a cento milioni, +68,6%. Un traguardo davvero notevole...

Un altro aspetto che vorrei sottolineare è che sì, è facile crescere nel mondo assicurativo, ma bisogna sempre farlo in maniera sostenibile. Questa parola va molto di moda, ma è molto corretta, soprattutto nel nostro settore. Crescere in maniera sostenibile significa crescere con un occhio alla redditività tecnica, per cui se sommiamo il costo dei sinistri al costo della nostra struttura industriale, abbiamo un ratio che è l'indicatore di profittabilità dell'80%. Vuol dire che ogni euro di business che noi sottoscriviamo, venti punti percentuali sono redditività tecnica. Questo dimostra che nel mercato italiano è possibile crescere più della media, mantenendo però una redditività più alta di quella dei competitor. Credo sia questo il nostro punto di forza.

Entriamo proprio nel vivo del vostro settore: dal vostro sito leggiamo “Specialty Lines” e “Polizze parametriche”. Sono termini magari poco noti ai non addetti al settore, ma che riguardano tutti noi in concreto. Di cosa si tratta?

Le Specialty Lines sono un grande contenitore che include tutti quei rischi che nel mondo assicurativo vengono individualmente quotati e che coprono i bisogni dell'impresa. Noi siamo focalizzati sulle Pmi e sui professionisti, quindi abbiamo le cauzioni, le fideiussioni, tutto il mondo della responsabilità civile e professionale e non, il mondo delle finali online, l'agricoltura che è un altro grande tema, e così via. C’è poi il mondo dei rischi cyber, dei rischi art, per quanto riguarda il trasporto delle opere d'arte… Tutto questo mondo non può essere standardizzato da una tariffa, quindi tutti questi rischi vanno quotati individualmente. Abbiamo dunque sviluppato una macchina operativa che abbiamo chiamato Over X, che è l'inversione di Revo. Over X è una macchina che solo con la partita Iva ricostruisce un set informativo, estraendo dati da database pubblici e privati che serve per quotare il rischio. Quest’abilità di quotare il rischio individuale in maniera massiva è forse la caratteristica distintiva di Revo.

Alla luce dei recenti fatti di cronaca, anche il governo si sta muovendo nel campo dei rischi legati a catastrofi naturali...

Il governo, secondo me, in maniera corretta ha cominciato a stabilire il principio che le piccole e medie imprese devono assicurarsi contro i rischi catastrofali. Adesso devono essere ancora analizzati sia il testo del decreto che le appendici normative per capire chi fa le polizze. Ci sono vari elementi da chiarire, però la possibilità di offrire delle soluzioni assicurative nel mondo delle piccole e medie imprese anche di natura catastrofale, che noi peraltro già offriamo anche in forma parametrica, è importante, perché aumenta la consapevolezza del rischio da parte della PMI e soprattutto riduce la possibilità del rischio stesso.

Possiamo dire che utilizzare un metodo, quindi creare ad hoc delle polizze, aumenta anche la cultura assicurativa nel nostro Paese?

Assolutamente sì. In Italia noi abbiamo una penetrazione assicurativa, cioè un costo dell'assicurazione rispetto al prodotto interno lordo, che è metà di quello che hanno in Francia o in Inghilterra e un terzo di quello che hanno in altri Paesi europei. Siamo quindi veramente lontani dalla media europea. L'azienda deve capire che la polizza assicurativa è un fattore di protezione. Se io sono una un'azienda ben coperta da un punto di vista assicurativo, potrei avere anche un maggiore o migliore accesso al credito.

Guarda l'intervista ad Alberto Minali