Il turismo equestre incontra sempre di più i favori di famiglie e appassionati delle vacanze slow e green. Ma per incentivarlo servono percorsi dedicati per consentire il passaggio dei cavalli e il collegamento tra aziende agricole, dimore storiche e mete culturali dei territori. Di questo si parlerà nel convegno "Le ippovie, un valore del paesaggio rurale" organizzato dai Giovani di Confagricoltura (Anga) a Fieracavalli di Verona, che si svolgerà giovedì 9 novembre alle 14.30 nella sala Mozart del Centro Convegni al Palacongressi.
Il convegno si aprirà con i saluti istituzionali di Giovanni Gioia, presidente nazionale dei Giovani di Confagricoltura, di Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Veneto e Francesco Longhi, presidente provinciale di Rovigo. Quindi Laura Cominato, delegata per i Giovani della sezione Equidi di Confagricoltura ed Eleonora Porcellato, responsabile Veneto del gruppo Giovani dell’Associazione dimore storiche italiane (Adsi), introdurranno i lavori parlando di turismo equestre ed ippovie. Seguiranno alcune case history di imprenditori agricoli che si sono dedicati con passione e successo all’universo ippico: da Giulia Bonassi, titolare dell’allevamento bresciano La Quemada di cavalli da salto; a Maddalena Pellegrini del Centro ippico e agriturismo Il Rovero di Castion Veronese; da Emanuele Romagnoli dell’agriturismo toscano Le Chiuse, di Manciano; a Giorgio Grani, vicepresidente nazionale dei Giovani di Confagricoltura dell'Arco Horse Club di Viterbo; per terminare con Angela di Carlo, dell’azienda agricola QuattroA arl, in provincia di Roma. Conclusioni del convegno affidate a Ferruccio Badi, presidente della federazione nazionale Equidi di Confagricoltura.
Il convegno è un’occasione per far conoscere le storie di aziende le cui attività sono interconnesse col mondo equestre e le sue tradizioni. L'obiettivo, come spiega la giovane Laura Cominato, titolare di un’azienda agricola con cavalli a Bosaro, in provincia di Rovigo, è di creare una rete di stakeholder che possano mettere in risalto le potenzialità dell’allevamento equino per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo di un turismo rurale sostenibile.
«Il focus è in particolare il collegamento tra il mondo dei giovani e quello dei cavalli - spiega la delegata della sezione equidi di Confagricoltura -, con alcune case history che sono un esempio del connubio felice tra attività agricola e turismo equestre. Abbiamo voluto, inoltre, coinvolgere una realtà come Adsi, l’Associazione delle dimore storiche italiane, in quanto la sinergia con le attività agricole è indispensabile per lo sviluppo del turismo equestre. Agriturismi, castelli, ville antiche e paesaggio rurale sono tasselli preziosi di percorsi che possono esaltare il cavallo come mezzo di spostamento lento, legato a vacanze a stretto contatto con la natura, la storia e la cultura».
Le ippovie saranno fondamentali per creare escursioni a cavallo entusiasmanti e appetibili per i turisti, tra piccoli borghi immersi nella natura, corsi d’acqua, scorci panoramici e luoghi storici.
«Non tutte le regioni sono allo stesso livello per sviluppo di ippovie – constata Laura Cominato -. Alcune, come Lombardia e Sicilia, sono più all’avanguardia, mentre altre devono ancora esprimere al meglio le loro potenzialità, come il Veneto. Perciò bisogna fare squadra e sviluppare nuovi percorsi, anche mediante la sinergia tra pubblico e privato».
I dati del comparto
In Italia sono 27mila le aziende agricole con capi equini. Nella Banca Dati nazionale sono censiti 460mila equidi. Lombardia, Lazio, Sicilia, Piemonte e Sardegna rappresentano la “top-five” per numeri. Il 70% delle aziende e quasi i tre quarti dei capi si concentrano nel Nord Italia.
Si stimano, inoltre, 1.400 aziende agrituristiche impegnate in attività di equitazione.
Il comparto occupa un numero importante di lavoratori: 8-10mila tra addetti all’allevamento, artieri e stallieri, oltre a 1.200 medici veterinari professionisti e 480 driver al trotto, al galoppo e fantini.
Sono 125.000 i proprietari di cavalli e quasi 130.000 gli atleti tesserati con varie federazioni.
Gli operatori totali, calcolando anche l’indotto, sono circa 50.000.