«I dati sull’occupazione di agosto sono sempre relativi, ma forniscono alcuni elementi sui quali è necessario riflettere. I numeri evidenziano che il turismo per l’intera estate è stato il settore che ha garantito di tenere l’occupazione in positivo da inizio anno, ma il resto dei comparti è rimasto fermo, confermando la tendenza alla stabilizzazione del mercato. L’elemento di maggiore preoccupazione, che stiamo monitorando attraverso la Direzione lavoro e la nostra Unità di crisi regionale, è il rallentamento della domanda di lavoro nell’industria, che da alcuni mesi caratterizza il nostro territorio. La crescita registrata lo scorso anno sembra essersi fermata. L’autunno si annuncia stagione calda sul fronte del lavoro in Veneto».
Lo afferma Elena Donazzan, assessora regionale al lavoro, che così commenta i dati sull’andamento dell’occupazione in Veneto nel mese di agosto pubblicati oggi su La Bussola di Veneto Lavoro.
Il report mensile indica che il mese scorso il mercato del lavoro veneto ha registrato un saldo occupazionale negativo di -4.300 posizioni lavorative dipendenti (nel 2022 erano state -1.300 rispetto al 2022, nel 2019 -5.273). 34.700 le assunzioni in agosto, con un -6% rispetto ad un anno fa, ma in crescita +4% rispetto al 2019.
«I dati positivi non mancano – precisa Donazzan - da inizio anno l’occupazione resta in positivo con 81.000 posti di lavoro dipendenti in più, molti dei quali da contratti a tempo indeterminato (+26.400), mentre è rientrato il fenomeno delle dimissioni (anche definito great resignation) che si era registrato nel post pandemia con un numero di cessazioni che si è ridimensionato. Calano, infatti, le dimissioni (-3% nel periodo gennaio-agosto, -2% ad agosto), in particolare quelle da contratti a tempo indeterminato (rispettivamente, -6% e -8%)».
Per quanto concerne i settori, quello dei servizi – in particolare nel commercio e nel turismo - continua a crescere per posti di lavoro e assunzioni. Sul complessivo degli 81.000 posti in più, infatti, il terziario ne registra 61.200 da inizio anno e una crescita delle assunzioni pari al +3,3% rispetto al 2022. Saldo positivo anche per agricoltura e pesca (+10.700 posizioni di lavoro dipendente), che però registrano una lieve flessione della domanda di lavoro (-2%), effetto della stagionalità e delle dichiarate difficoltà di reperimento di manodopera.
«I nuovi posti di lavoro nel settore industriale restano in positivo (+9.100), ma è un numero ridimensionato rispetto ad un anno fa (+14.300) e ai i livelli pre-pandemia (+12.100 nel 2019) – sottolinea ancora Donazzan -. I dati di Veneto Lavoro confermano quelli diffusi in questi giorni dalle associazioni datoriali. C’è un rallentamento importante nell’industria metalmeccanica (soprattutto produzioni metalliche, macchine elettriche e mezzi di trasporto), in quelle della chimica-plastica e in alcuni comparti del Made in Italy (su tutti, industria conciaria, legno-mobilio, calzature ed occhialeria). E questi sono i numeri che monitoreremo con maggiore attenzione nei prossimi mesi».