Economia | 15 maggio 2023, 12:43

Gli orizzonti dell'intelligenza artificiale spiegati da Massimiliano Turazzini

L'imprenditore digitale sarà tra i relatori del convegno del 22 maggio presso la sede dell'Ordine degli Ingegneri di Verona, dedicato proprio a innovazione e tecnologia.

Gli orizzonti dell'intelligenza artificiale spiegati da Massimiliano Turazzini

Si svolgerà il prossimo 22 maggio, nella sede dell'Ordine degli Ingegneri di Verona, il convegno "Verona digitale", organizzato da Verona Network. Sarà un'occasione per tornare a parlare di futuro, intelligenza artificiale, ma non solo.

Verranno infatti affrontati i temi legati alle nuove tecnologie che stanno permeando sempre più frequentemente la nostra quotidianità a tutti i livelli, in maniera trasversale. Tra i relatori dell'evento ci sarà anche l'imprenditore digitale Massimiliano Turazzini, che ai nostri microfoni ha rivelato qualche anticipazione.

Il 22 maggio sentiremo parlare di tecnologia, e in particolare il suo sarà un contributo sull'intelligenza artificiale. Ne sentiamo spesso parlare, ma vorrei capire da lei che definizione potremmo dare di questo strumento?

Questo forse è uno dei temi più più importanti e caldi del momento, capire perché l'intelligenza artificiale ci faccia così paura e soprattutto cosa possa diventare in futuro. Si parte un po' da lontano, dalla fantascienza e da Alan Turing e dai primi macchinari "intelligenti". Si parla di intelligenza, ma dal mio punto di vista non si tratta di questo, ma di algoritmi, sistemi e meccanismi che generano degli output. Non stiamo parlando di esseri senzienti.

Quindi bisognerebbe chiamarla in un modo diverso?

Forse forse sì, forse no. Se la chiamassimo machine learning, che è una delle parti dell'intelligenza artificiale, probabilmente nella nostra testa sarebbe relegata a qualcosa di puramente tecnico e informatico. Il vantaggio è che probabilmente avremmo meno paura di essere uccisi da questa cosa, lo svantaggio è che verrebbe sottovalutata. 

Vorrei parlare dello strumento di cui abbiamo sentito parlare più spesso nell'ultimo periodo: Chat GPT. Uno strumento all'apparenza rivoluzionario, ma a cui dobbiamo fare attenzione a porre le domande giuste...

È un problema di interfaccia, dal mio punto di vista. Noi possiamo parlare con Chat GPT e porre domande, ma il modo in cui noi le poniamo determina il modo con cui l'open AI ci risponderà. Non abbiamo davanti a noi un essere umano in grado di capire le nostre intenzioni e ci riesce a interpretare. La domanda che io vado a porre, ovvero il prompt, deve essere formulata in modo chiaro per un software. Sta infatti nascendo la figura del promtp engineer, che mira a facilitare l'interazione tra utente e macchina.

Chat GPT, nonostante la popolarità, ha avuto un piccolo problema in Italia, tant'è che per un breve periodo è stato oscurato...

Non faccio e non voglio far politica, però il Garante della privacy ha semplicemente verificato che c'erano una serie di mancanze rispetto a quello che è il GDPR che abbiamo in Europa e ha aperto un'istruttoria nei confronti di Chat GPT. È un atto "normale" e dovuto, dopotutto è il suo lavoro. D'altra parte è stato interessantissimo vedere come ha risposto l'azienda, che già dopo due ore ha chiuso i suoi sistemi all'Italia. Nei vari forum online quella sera circolavano messaggi molto arrabbiati, che gridavano alla censura, quando in realtà è stata una scelta unicamente di Open AI, che ha scelto di sospendere il servizio finché non fosse tutto in regola, e ora infatti abbiamo una serie di possibilità in più, come la scelta di lasciare o no i nostri dati al software.

Erika Funari