Per fare il sindaco oggi ci vuole coraggio. Non che in passato non ce ne volesse, ma le sfide degli ultimi tempi hanno messo a dura prova anche i primi cittadini più convinti. Basti pensare a cosa è successo all’inizio del 2020, quando lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha mandato in avanscoperta proprio loro, i sindaci, per lunghi mesi lasciati soli a gestire le loro comunità impaurite, disorientate e, in molti casi, segnate dal lutto.
E poi le emergenze climatiche, ambientali, sociali e non da ultime quelle energetiche. Il rincaro delle bollette si fa sentire anche nei piccoli paesi con famiglie, attività e imprese costrette a fare i conti con costi lievitati alla grande e con conseguenze dirette, in negativo, sul tessuto socio economico locale.
Tuttavia, potrebbe partire proprio dall’ambito energetico una prima vera riscossa dei sindaci chiamati, come dicevamo, specie nell’ultimo biennio, a gestire emergenze, con l’impossibilità di pianificare lo sviluppo futuro dei propri comuni.
Le comunità energetiche, di cui sentiamo sempre più parlare, rappresentano ora un’opportunità strategica per i piccoli comuni, non solo da un punto di vista di risparmio sui costi dell’energia ma anche, e soprattutto, come strumento per ricostruire e rafforzare sinergie e rapporti utili a migliorare la qualità dei servizi, l’appetibilità della vita e facilitare l’insediamento delle imprese sui loro territori.
Alcuni primi cittadini questo l’hanno già capito e si sono già mossi per imbastire un progetto di comunità energetica, mettendo loro stessi al volante della macchina con il ruolo di piloti.
È vero, mancano ancora i decreti attuativi da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ma dovrebbe essere questione di giorni, se non di ore. Il 12 dicembre scorso si è chiusa la finestra che lo stesso MASE aveva aperto il 28 novembre per avviare una consultazione pubblica di perfezionamento a cui hanno partecipato cittadini, imprese, consumatori, tutti gli attori istituzionali e gli interlocutori di riferimento in campo ambientale.
Era l’ultimo passo prima di dare il là definitivo a questo nuovo strumento, le comunità energetiche appunto, che consentirà ai sindaci di tornare protagonisti con un ruolo gratificante di registi, di capofila, con iniziative concrete, risolutive, e non solo nel medio o breve periodo, ma anche con uno sguardo più ampio verso il futuro, verso la sostenibilità dei comuni a cui sono chiamati a rispondere.