Questa mattina l’evento regionale “Le linee di azione del Piano Triennale del Veneto (2021-23). Il change management del Disturbo Neurocognitivo”, un appuntamento tra istituzioni ed esperti per parlare del morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza. All’Auditorium Padiglione Rama dell’Ospedale all’Angelo di Mestre anche l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin.
Il convegno, oltre a celebrare la giornata mondiale dell’Alzheimer, rappresenta un’occasione per condividere le priorità di un’organizzazione sanitaria che vuole creare valore e sostenibilità nella cura e assistenza delle persone con Disturbo Neurocognitivo (DNC). La regione Veneto propone un nuovo approccio clinico-assistenziale che contempli opportunità innovative di Smart Healthcare. Un progetto diffuso sul territorio regionale che si avvale della recente approvazione di un nuovo piano incentivi: in arrivo quasi un milione di euro per il Fondo Alzheimer.
«I progressi in ambito scientifico e l’introduzione di approcci innovativi per superare la logica a silos e la frammentazione delle cure – sottolinea la dottoressa Cristina Basso, referente scientifico dell’evento e referente Regionale al Tavolo Nazionale delle Demenze -, rappresentano un’importante sfida organizzativa per il sistema sanitario. Far fronte ai nuovi bisogni di salute legati al modificarsi dell’epidemiologia e dell’ambiente significa anche rendere sostenibili nel tempo i progressi raggiunti e riuscire a garantire un adeguato accesso alle cure. Smart Healthcare non significa solo nuove tecnologie per prevenzione, diagnosi e cura, ma include interdisciplinarità, un ruolo più attivo dei pazienti e una migliore gestione dei dati».
Su questa traiettoria sono state sviluppate le linee di azione del Piano Triennale del Veneto (2021- 23) che privilegiano l’intercettazione precoce del DNC, il mantenimento dell’autonomia nella vita quotidiana attraverso la riabilitazione e la vita attiva e una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa in cui la persona che riceve questa diagnosi ha un ruolo attivo nel proporre soluzioni concrete in risposta alle proprie reali esigenze.
«L’evento si inserisce in un percorso che prevede un nuovo modello di presa in carico delle demenze e privilegia il coinvolgimento di diverse figure per garantire una presa in carico efficace sia per i pazienti sia per le loro famiglie. Abbiamo l’obbligo di pensare che una diagnosi di demenza non è una definitiva esclusione dal mondo, non è una condanna per chi ne soffre e ancor più per la propria famiglia – sottolinea Manuela Lanzarin, l’assessore alla Sanità e alle Politiche Sociali -. Dobbiamo invece invertire la rotta e dimostrare come lavorare assieme permetta di dare risposte concrete che siano di supporto e di aiuto, ma anche per promuovere ogni possibile strumento che possa contrastare lo stigma e favorire una reale inclusione. Ricordo che il Veneto ha definito, nell’ambito di questo percorso, la Mappa per le Demenze, un’impostazione innovativa nella definizione dei bisogni delle persone con l’obiettivo di migliorare le cure e l’assistenza e che già abbiamo operanti gruppi attivi di pazienti».