Che le bollette di luce e gas abbiano toccato livelli stellari lo sanno anche i sassi. Quello che mi sembra non sia ben percepito è che il problema dei rincari sia, in prospettiva, una delle più grandi catastrofi economiche, e di conseguenza anche sociali, degli ultimi decenni.
L’ultimo caso in ordine cronologico è quello della comunità di San Patrignano, che si è vista arrivare nelle scorse ore una fattura dal gestore elettrico pari a 730 mila euro, di dieci volte superiore a quella dello scorso anno. Il grido di allarme per una sopravvivenza messa a rischio della stessa comunità è finito in un men che non si dica su tutte le testate nazionali. Così come quello dei principali imprenditori di un certo peso.
Visibilità mediatica e pari opportunità che non viene data ai piccoli e medi imprenditori e alle famiglie. Dobbiamo far capire a chi ha potere decisionale e politico in questo momento che ciò che si sta prorogando, eludendo, rimandando in attesa che accada qualcosa dal cielo, si riverserà in modo proporzionale e catastrofico sulla tenuta sociale del nostro Paese e del nostro Continente. E non si salverà nessuno, nemmeno la classe politica.
Soluzioni nell’immediato? Spingere sulla nascita delle comunità energetiche, sull’abbattimento delle pratiche burocratiche, sul favorire le reti locali per far raggiungere ai territori l’indipendenza e la sussistenza energetica. Di questo tema parliamo anche nel nuovo numero di Verona Economia.
I modelli per farlo ci sono, ci vuole la volontà politica di trovare una via d’uscita prima che sia troppo tardi.