Il Veneto ha registrato un aumento del 30,6% dei fallimenti e delle procedure concorsuali tra il 2019 (pre-Covid) e il 2021.
Dati allarmanti che confermano la difficoltà del fare impresa in Italia già prima dello scoppio della pandemia. Dati avvalorati anche dalla CCIAA di Verona che ha mostrato uno scenario preoccupante e, proprio per rispondere a questa emergenza, le Associazioni di categoria hanno accolto con favore la disciplina della Composizione negoziata della crisi.
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Si tratta di uno strumento messo a disposizione delle imprese in difficoltà, le quali, dopo una fase preliminare di studio e diagnosi, potranno accedere ad un supporto qualificato, mediante la nomina di un esperto, per mettere a punto le misure necessarie ad evitare che la crisi evolva in insolvenza. Iniziativa pregevole che però da sola non basta a dare fiducia al sistema produttivo italiano.
«Le imprese artigiane e non solo sono schiacciate dalla pressione fiscale – spiega il presidente di Casartigiani Verona, Luca Luppi -, ma si sente parlare sempre e solo di proroghe, mai di riduzioni definitive o detassazione. Dilazionare i pagamenti non ha funzionato in pandemia e non funzionerà in questo momento storico, denso di eventi geopolitici che condizionano la produttività e l’export delle nostre aziende, con entrate ridotte all’osso».
«Nonostante le moratorie, negli ultimi anni i fallimenti in Veneto sono aumentati del 30%, cosa dobbiamo aspettarci con il ritorno alla normalità fiscale, quante aziende artigiane e PMI devono fallire prima che il Governo si decida a intraprendere una vera e propria rivoluzione fiscale? Se si sottovaluta questo aspetto si dovrà pensare ad ammortizzatori sociali molto più pesanti, perché oltre agli ex imprenditori si dovrà tenere conto dei lavoratori che si troveranno a casa».