La situazione economica di questo momento storico è già precaria, la soppressione di delle frequenze delle piccole emittenti mette a repentaglio un intero comparto.
Sono circa 900 le piccole e medie Tv che andranno incontro a un destino tutt'altro che roseo. Per fare chiarezza sulla situazione e definire i possibili scenari futuri, ai microfoni di Verona Economia, il presidente delle radiotelevisioni europee associate, Antonio Diomede.
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«La progettualità è corretta: è giusta che la tecnologia vada incontro a nuove esigenze - commenta il presidente -. Ma l'azione governativa recente avvantaggia le grandi reti a discapito di quelle più piccole. Dispiace vedere che lo sviluppo oggi non è a vantaggio delle comunità locali bensì dei colossi della comunicazione: una manovra neo liberista dove solo il grande è bello e catalizza ogni risorsa economica».
Secondo Antonio Diomede la libertà di informazione non è un capitale su cui investire, ma un diritto: «E' la base fondamentale di crescita il potersi informare. L'accentramento delle comunicazioni è a svantaggio degli utenti; è il corrispettivo della sparizione dei negozi locali a vantaggio dei grandi centri commerciali. Purtroppo a pagarne le conseguenze è l'utente che, ogni 10 anni circa, deve mettere mani alle tasche».