Dott. Trainotti, molti istituti di credito, negli ultimi anni, hanno fatto una scelta di accorpamento o di fusione. Anche voi avete scelto questa strada da cui è nata Banca di Verona e Vicenza. Era un'esigenza sentita quella di creare una nuova realtà bancaria?
Partirei da una sommaria analisi del contesto dove il fattore dimensionale appare sempre più importante per accompagnare anche i soggetti che operano nel nostro territorio, i quali, a loro volta, e parlo soprattutto del mondo imprenditoriale, hanno fatto negli ultimi anni dei notevoli passi in avanti in termini di crescita dimensionale. Una banca del territorio che vuole essere a supporto a 360 gradi del contesto in cui opera non può non dotarsi di quei mezzi, di quelle risorse e di quelle professionalità che sono necessarie per accompagnare questo percorso di sviluppo e di crescita dei territori in cui in cui operano.
In una recente dichiarazione, condivisa con il presidente Flavio Piva, dice: «Centrale sarà il ruolo delle banche soprattutto quelle che hanno legami veri con il territorio». Cosa intendete?.
Non c'è ombra di dubbio che, nel corso degli ultimi anni, ci sia stata una notevole polarizzazione nel mondo del credito anche a livello nazionale; si sono notevolmente ridotte le banche di stazza media e le quote di mercato sono in gran parte detenute da grandi istituti. Come soggetti alternativi sono rimaste, con un peso rilevante a livello nazionale, le Bcc, che sono per loro natura delle banche fortemente legate al territorio per tutta una serie di caratteristiche implicite e descritte nello statuto. Non c'è nessuna altra banca come la Bcc come la Banca di Verona e Vicenza che ha come dire dei vincoli statutari che comportano l'investimento del 95 per cento dei suoi attivi nel cosiddetto territorio di competenza cioè nell'ambito geografico dove la banca ha le proprie filiali.
Non c'è nessun’altra banca che ha un vincolo nella destinazione degli utili, come noi, come le Bcc, che statutariamente devono accantonare il 70 per cento a patrimonio netto, quindi con una logica anche intergenerazionale. E inoltre, il patrimonio delle banche di credito cooperativo è anche indisponibile, cioè è legato alla comunità e al territorio in cui opera.
È ovvio che con queste caratteristiche di banca territoriale mutualistica, c'è anche un'ottica di lungo termine nelle proprie strategie e nella propria attività che fa sì di poter essere dei reali motori di sviluppo e di accompagnamento di quello che è un percorso di sviluppo di crescita del territorio. Faccio un esempio un esempio concreto: oggi è di grande grande attualità la cosiddetta transizione ecologica, finalmente abbiamo capito che è necessario tener presente anche dei limiti ambientali, dei limiti naturali nei quali operiamo. Tutto sommato il sistema economico è un sottosistema di quello di quello ecologico. Questa transizione, però, comporta investimenti consistenti con ritorni che avverranno nel corso del tempo e degli anni. Una banca che non è quotata in Borsa, che non ha l'obiettivo di massimizzare il profitto nel breve termine, forse può comprendere meglio e accompagnare adeguatamente le imprese e anche le famiglie in questo percorso di transizione.
Sempre di più si sente parlare anche nel settore bancario di sviluppo sostenibile e quindi con le varie iniziative che avete svolto negli ultimi periodi sta cercando di far capire ai vostri interlocutori quanto pesino, quanto peseranno anche i criteri ESG nella concessione del credito alle imprese.
I fattori ESG in realtà sottendono un vero cambiamento nel modello stesso di sviluppo, anche delle imprese. C'è da comprendere come la crescita debba essere accompagnata anche dalla comprensione del limite dell'impatto che questa ha sia sull'ambiente naturale, ma anche su quello sociale, e quindi le aziende vanno accompagnate in questo percorso comprendendone anche le conseguenze. Oltretutto come banche abbiamo un compito ancora più rilevante se pensiamo qual è il ruolo della finanza e delle banche, in particolare in ambito economico, attraverso le leve della selezione del credito e della allocazione del risparmio. Sono impatti indiretti dell'attività della banca attraverso la quale può andare ad incidere sui comportamenti di imprese e di risparmiatori.