In occasione del 30esimo anniversario del Salone dell'Orientamento, Job&Orienta, Verona Economia torna a parlare di scuola con un ospite importante. Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ai microfoni della nostra trasmissione intervistato dal direttore Matteo Scolari.
ANIEF è un sindacato giovane ma molto attivo, abbiamo imparato a conoscerlo nel tempo anche qui a Verona e nel Veneto, grazie a Rita Fusinato e Patrizio Del Prete che sono i delegati regionali e provinciali.
Com’è iniziato l’anno scolastico? Siamo partiti con le adeguate soluzioni di sicurezza?
In questo momento ci sono già diverse classi che sono in quarantena purtroppo e l'anno scolastico è partito senza le risposte che noi volevamo come sindacato. Per una didattica in presenza in sicurezza avevamo chiesto al governo più classi: la richiesta specifica è stata quella di raddoppiarne il numero perché l'attuale affluenza nelle classi non permette il distanziamento.
Oltre alle vaccinazioni noi abbiamo avuto una posizione critica: sembra che con la vaccinazione si possa risolvere il problema invece è uno degli strumenti. Il principale riferimento per la sicurezza rimane il distanziamento. Per porlo in essere, fisicamente, a scuola abbiamo bisogno di raddoppiare le classi. abbiamo classi con 25-27 alunni e dovremmo avere, invece, classi con 15 alunni.
Il rischio di tornare in DAD è dietro l’angolo ma ci auguriamo che sia scongiurato. Oltre agli alunni, va riservata particolare attenzione al personale Ata e ai docenti: sono state promosse tutte le operazioni necessarie per garantire anche a loro la sicurezza.
Per quanto riguarda la sicurezza, siamo molto critici anche sul protocollo: lo scorso anno lo abbiamo firmato ma quest'anno ancora non ci sono gli strumenti per garantire a tutto il personale una didattica in presenza sicura.
Inoltre, dobbiamo fare i conti con la questione del precariato: una posizione lavorativa poco stabile ma una risorsa importante perché garantisce allo Stato in più di 150mila unità di personale.
In Veneto, c'è un'alta percentuale di insegnanti e personale ATA in posizioni precarie: stiamo parlando quasi del 20% circa.
La loro caparbietà e la voglia di formare le nuove generazioni sono fondamentali: dal punto di vista salariale, sono penalizzati rispetto ad altre categorie?
Sono penalizzati perché continuano ad avere uno stipendio iniziale nonostante, magari, anni e anni di precariato, non riescono ad avere lo stesso trattamento del personale di ruolo.
Sono penalizzati anche nel salario accessorio. Addirittura devono pagarsi i corsi di formazione.
I precari svolgono un importante servizio, sono una risorsa preziosa per lo Stato, ma vengono penalizzati. In questo ANIEF si impegna in prima linea fin dalla sua fondazione: chiediamo allo Stato un sistema di reclutamento che permetta di assumere coloro che vogliono diventare insegnanti, tra questi i giovani laureati.
Quali consigli darebbe ai giovani che vogliono diventare insegnanti e che magari ci stanno guardando in questo momento?
Attualmente ci sono diversi concorsi a cui il governo sta lavorando, il riguarda coloro che sono in possesso di un titolo Triennale e una laurea specialistica, oltre ai 24 CFP per poter insegnare.
Questi i candidati che potranno accedere al concorso semplificato; mentre, in futuro, una parte dei posti saranno riservati ai precari. Tra i progetti c’è quello di trasformare il percorso di laurea e fare in modo di dare altri crediti, 60, per poter essere già abilitati all’insegnamento.
ANIEF sta riscontrato tanti successi in poco tempo diventando un sindacato di rilevanza anche a livello nazionale, qual è la vostra strategia?
In dieci anni siamo diventati tra i sindacati maggiormente rappresentativi. La nostra lotta è da sempre incentrata sul rispetto e il diritto coniugati alla persona intesa come cittadino e lavoratore. Vogliamo rilanciare il settore dello studio compreso quello delle università.