Seduto ieri sera al tavolo della prima puntata della 17^ edizione della Settimana Veronese della Finanza dedicata al PNRR e alla infrastrutture c'era anche Stefano Lappa, membro del board di Gruppo Contec, azienda storica veronese che il prossimo anno festeggerà il traguardo dei 60 anni, e coordinatore regionale di OICE, l'associazione di categoria, aderente a Confindustria, che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica.
Dott. Lappa, partiamo innanzitutto da Gruppo Contec.
Siamo una compagine multidisciplinare, nasciamo a Verona nel 1962 operando nell'ambito dell'ingegneria e della progettazione e oggi ci occupiamo a tutto tondo su molte materie grazie alle nostre dieci divisioni che nel corso degli anni sono nate e hanno preso forma: dalla consulenza strategica all'architettura, dall’ingegneria meccanica con Industria 4.0 all’energia…e tutto questo sia in ambito civile, a servizio del privato, che del pubblico e delle infrastrutture. Al ruolo di membro del board di Gruppo Contec associo anche quello di coordinatore regionale di OICE, l’associazione nazionale di engineering che è sotto l’egida di Confindustria. Proprio con OICE ho la possibilità di partecipare anche ai tavoli di lavoro ministeriali, di essere aggiornato e offrire assistenza alle pubbliche amministrazioni nella fase di pianificazione, di strutturazione dei progetti, e delle procedure che seguono fino alla parte di progettazione tecnica fino al cantiere.
Con Contec avete già avuto modo di entrare in contatto con il PNRR.
Certamente, sul fronte PNRR abbiamo già avuto modo di confrontarci direi un po’ a tutti i livelli e in tutti quei settori che ho descritto pocanzi, e ovviamente quello che ha impattato maggiormente anche sulla nostra attività sono state le infrastrutture. Da Autostrade per l'Italia alle tratte dell'alta velocità senza tralasciare il tema del Brennero, che ovviamente non intercetta direttamente il territorio veronese e che avrà grosse ricadute anche sulla nostra economia.
Parlava della TAV, Gruppo Contec è tra i protagonisti di questa infrastruttura strategica per il nostro Paese che sarà finanziata anche dal PNRR.
Noi abbiamo lavorato sulla Milano-Genova, stiamo lavorando sulla Napoli-Bari, stiamo lavorando sulla Brescia-Verona, stiamo iniziando a lavorare sulla Verona-Padova e quindi, come ha detto lei, siamo molto impegnati su quel fronte. Per quanto riguarda i fondi del PNRR, aggiungerei una terza R, ovvero quella della riorganizzazione: grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo a disposizione una somma di denaro mai vista prima, è vero che molti di questi soldi sono prestiti, ma a differenza dei fondi a debito che di solito andiamo a reperire sul mercato, questa volta c’è una grande differenza, ovvero, assieme all’Europa, ci siamo imposti tempi e modi per utilizzarli. Questa è la grandissima sfida e questo non può prescindere dalla riorganizzazione della pubblica amministrazione. Si deve partire da lì, si parte attraverso gli strumenti come la digitalizzazione, che a monte chiede una forte opera di riorganizzazione, appunto, sulle risorse umane, sui processi, sulle procedure avendo chiari gli obiettivi da realizzare.
Le ha fatto piacere partecipare al tavolo della Settimana Veronese della Finanza?
È raro trovare momenti di incontro con i rappresentanti di tutta la struttura economica, istituzionale e della scuola, in questo caso dell'università. Parlare di PNRR e condividere informazioni in questo momento è quanto mai necessario. Leggendo il documento ufficiale del Governo sul Piano, mi aveva sorpreso un fatto: mi sarei aspettato il tema della resilienza come primo punto o il tema della pandemia, insomma della ripresa dopo la pandemia. E invece il primo obiettivo che si è dato il governo, dotandosi di questo strumento, è proprio quello del recupero della produttività, della produzione e della produttività. Per centrare questo obiettivo, come dicevo, si deve intervenire sulla struttura della macchina burocratica nazionale.
Ce la faremo?
In questo momento c’è fiducia e ci sono investimenti da mettere in campo. Gli imprenditori italiani non hanno nulla in meno rispetto agli imprenditori di tutto il resto del mondo. Perché allora abbiamo una produttività così bassa? Perché non viviamo in un sistema Paese che la stimola. Il PNRR è una grande occasione anche per rivedere queste condizioni di partenza.