La giornata commemorativa veronese del 448° anniversario della Battaglia di Lepanto è iniziata con l’arrivo, al mattino del 6 ottobre 2019, in Piazza delle Erbe, di militi storici, in corteo – uno squadrone di Schiavoni veneziani ed uno di Guardie Nobili di Verona, in perfette uniformi settecentesche, che si sono esibiti in evoluzioni militari, secondo la tradizionale normativa del tempo e al grido di “Viva San Marco”! e “Verona fidelis”! Hanno avuto luogo, quindi, l’alzabandiera marciano, sulle note finali dell’oratorio militare sacro di Antonio Vivaldi, dal titolo Juditha triumphans. il suono, a festa, delle campane della torre dei Lamberti e salve di fucileria, in onore dei Caduti di Lepanto, da parte dei citati Achiavoni veneziani e delle Guardie Nobili di Verona. All’antenna di Piazza delle Erbe è stato inalberato lo storico gonfalone seicentesco di San Marco (o marciano) del doge Domenico Contarini – in carica, negli anni 1659-1675, ed eroe della guerra di Candia, contro i Turchi – gonfalone, che sventolava sulla sua galea dogale, vessillo di oltre sei metri di grandezza e recentemente riprodotto, in formato orizzontale e verticale – in merito, vedi anche ‘www.veronaeconomia.it La bandiera del doge Domenico Contarini (XVII sec.)’. Oggi, il gonfalone, c’è anche in versione verticale, nei formati: piccolo, medio e grande. Ha spiegato dettagliatamente ai presenti il significato dell’evento, nel suo complesso, e degli straordinari disegni, riprodotti, sulla bandiera contarina, Maurizio G. Ruggiero, segretario del Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi, Verona. Ha portato il saluto del Comune, l’assessore Filippo Rando. Si è reso omaggio militare, quindi, al Leone di San Marco, che domina, sulla nota colonna, in Piazza delle Erbe, colonna e leone, colà posti dai veronesi, in omaggio alla Repubblica di San Marco, nell’anno ‘ab incarnatione 1530”. Al pomeriggio, nella Cappella Giusti – all’interno della Basilica di Santa Anastasia – è stato recitato il Rosario, in latino, a suffragio dei Caduti e a ringraziamento della vittoria di Lepanto. In Piazza Sant’Anastasia, poi, sono state sparate, nuovamente, salve di fucileria. In Piazza delle Erbe, in seguito, è avvenuto l’ammainabandiera marciano, sempre accompagnato dalle note finali dell’oratorio Juditha triumphans (1716) di Vivaldi. Da notare che la Basilica di Santa Anastasia, ospita anche una straordinaria Cappella del Rosario, risalente agli anni 1585 - 1596. Essa costituisce un riconoscimento alla Vergine, per la concessa vittoria di Lepanto. in tema ed è opera di Domenico Curtoni, nipote dell'architetto veronese Michele Sanmicheli. Domina sull’altare il dipinto di Lorenzo Veneziano (1410-1461), dedicato alla “Madonna dell'Umiltà”, avente, ai lati, san Pietro martire e san Domenico e, in basso, Cangrande II Della Scala e la moglie Elisabetta di Baviera. L’iniziativa, curatissima, ha destato forte interesse fra il pubblico, attratto, non solo dall’indubbia e rara spettacolarità, dell’evento, ma, al tempo, soprattutto, dal suo grande contenuto storico.